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Dal Lunedì al Sabato dalle 09–12:30, 15–19:30

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Le stanze della danza

Realizzazione per committenza privata.

La nostra casa è il luogo in cui ci concediamo

la libertà di essere noi stessi. Qui nessuno detta regole, qui assecondiamo la nostra natura. Ci sono opere che amplificano questo respiro, questa “sovranità” domestica e universale. Lasciare entrare l’arte nelle nostre stanze significa circondarsi di fonti d’ispirazione, aprire preziosi angoli di creatività, permettere alla libertà di travolgere ogni aspetto di noi e degli altri.
Nei progetti Guglielmetti Interior Design c’è sempre spazio per il potere armonico dell’arte. In particolare di quella raccontata da tre artisti che parlano un linguaggio molto simile e che completano l’intervento architettonico e l’azione di arredo. Tele, pannelli, sculture capaci di sigillare la personalità di un luogo, capaci di guidare le persone che lo abitano.
C’è Alfredo Casali, classe 1955, origini piacentine e una propensione all’impalpabile, al sottile. La poesia visiva di Casali si fonda su alcuni archetipi ricorrenti: le case, le sedie, i tavoli, gli alberi, le nuvole, riferimenti permanenti di una poetica rarefatta ed essenziale. La sua pittura è abitata da presenze antiche, vicine a un’idea di esistenza in cui conta l’appartenenza alla terra e ad un ininterrotto fluire della vita. Gli oggetti quotidiani divengono veicoli per profonde verità, capaci di scardinare le leggi della fisica ma allo stesso tempo di esprimere certezze. Sono i grigi, gli azzurri, le geometrie libere, l’essenziale tratto di un’idea a evocare il senso del silenzio.
C’è anche Giorgio Rastelli. Milanese ora residente nel piacentino, classe 1940, che dopo una iniziale ricerca tra il formale e l’informale approda, con l’uso del legno, a nuove soluzioni figurative. Protagonista delle sue opere la figura femminile. Coprotagonista il movimento. Rastelli esprime una profonda consapevolezza del corpo attraverso il legno, dando vita a opere percorse da una tangibile vitalità. Energia, forza, potenza, resistenza, grazia, flessibilità: le ballerine, circensi, nuotatrici, ginnaste di Rastelli sono l’espressione più cosciente della capacità d’azione del corpo nel mondo.
E poi c’è Paolo Favaro. Ogni sua opera, estroversa e pulsante di energia, colpisce e trasporta in una dimensione nuova, oltre le regole di spazio e tempo, in un mondo astratto di colori e forme armonicamente fuse e combinate tra loro. Nato in provincia di Verona nel 1949, Favaro fa dell’arte la sua eterna peregrinazione, un infinito esplodere di espressioni, colori, ritmi, in cui spezzare linee, capovolgere prospettive, scomporre spazi. Spregiudicato ma sempre sensibile, Favaro intreccia estetica, geometrie, libertà e vertigini, in una realtà senza inibizioni.